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Analisi – sistemi di filtrazione

Noi di Toniolo s.r.l. siamo al servizio dell’industria cartaria dal 1910. La nostra storia, da sempre legata alla produzione della carta, ci ha permesso di raggiungere alti livelli di conoscenza nel settore, competenze approfondite, ed esperienza che ci permettono di proporre soluzioni e prodotti affidabili.

In questo articolo vogliamo parlarti dell’analisi dei sistemi di filtrazione. Se vuoi saperne quali sono gli strumenti usati da noi di TONIOLO s.r.l. continua a leggere.

Conduttivimetro: cos’è e a cosa serve

Iniziamo con il dire che i conduttimetri, o conducimetri, sono strumenti digitali in grado di misurare la conducibilità elettrica dei liquidi.

La conducibilità è un parametro molto importante nell’analisi delle acque; siano esse potabili, reflue o di processi industriali. I conduttimetri trovano impiego in Industrie chimiche, laboratori, tipografie, scuole e università, trattamento acque reflue, torri di raffreddamento e caldaie.

Per conduttivimetro quindi, si intende un apposito strumento che viene utilizzato per misurare appunto la conducibilità, ma anche l’TDS, la salinità e la visualizzazione della temperatura. I conduttimetri da laboratorio e industriali sono strumenti precisi e affidabili, utilizzati come detto, per la misura della conducibilità.

Questi particolari strumenti sono presenti sul mercato sia in versione da banco per l’uso in laboratorio, ma anche in versione portatili per l’uso negli impianti industriali di processo. Inoltre i conduttimetri sono disponibili anche in versione multiparametro per la misura contemporanea di diverse grandezze elettrochimiche come pH, salinità, resistività, TDS ecc.

La tipologia dei conduttimetri portatili, sono forniti di una valigetta per il trasporto e sonda ad immersione, mentre quelli da laboratorio hanno un comodo portaelettrodo da banco.

Descrizione

Noi di TONIOLO s.r.l. utilizziamo il conduttimetro da banco professionale, dotato di un innovativo display LCD a colori ad alta definizione.

  • Taratura automatica della conducibilità fino a 5 punti (84; 147; 1413 µS e 12,88; 111,8 mS) ed un punto definito dall’utente;
  • Cambio scala automatico;
  • Temperatura di riferimento selezionabile (15…30 °C) e costante di cella selezionabile (C= 0,1; 1; 10);
  • Indicazione con icone dei valori tarati;
  • Indicatore di stabilità della misura e possibilità di selezionare 3 livelli di stabilità;
  • Range di misura 0,00 … 200 mS;
  • Risoluzione 0,01 – 0,1 – 1 µS / 0,01 – 0,1 mS;
  • Accuratezza ± 2% f.s;
  • Gestione luminosità Manuale;
  • Grado di protezione IP 54;
  • Output – Micro USB e RS 232;
  • Alimentazione Adattatore 5 V Tensione elettrica 100 … 240 V;
  • Condizioni operative 0 … +45 °C.

Se vuoi saperne di più, hai domande, o semplicemente vuoi ricevere informazioni, contattaci!

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Abrasione

Noi di Toniolo s.r.l. siamo al servizio dell’industria cartaria dal 1910. La nostra storia, da sempre legata alla produzione della carta, ci ha permesso di raggiungere alti livelli di conoscenza nel settore, competenze approfondite, ed esperienza che ci permettono di proporre soluzioni e prodotti affidabili.

In questo articolo vogliamo parlarti dell’Ugra Abrasion Tester; continua a leggere ed insieme capiremo di cosa si tratta.

Ugra Abrasion tester

Il dispositivo è costituito dai seguenti elementi:

  • Una guida scorrevole con contatore;
  • Una slitta di abrasione che scorre su telaio;
  • Un blocco metallico (peso 520gr) sostenuto liberamente dall’intelaiatura guida, il lato inferiore coperto da un rivestimento in gommapiuma;
  • Un piano in plexiglass liscio (circa 14×26 cm) che serve come base di abrasione.

Il blocco metallico ha una superficie di 50x50mm, che provoca una pressione abrasiva di 2 mN/mm2 o 0,2 N/cm2. Il percorso di frizione misura 2x10cm per doppio movimento (to-and-fro) e viene registrata automaticamente dal contatore.

Preparazione del campione di prova

Normalmente il campione di prova stampato viene posizionato sulla base di abrasione e la carta non stampata che funge da elemento di contrasto viene appoggiata sulla slitta di abrasione e spostata avanti e indietro. L’unica eccezione a questa regola di base del test è nel caso in cui il campione di prova sia di dimensioni inferiori a 20 x 7 cm. È bene dire che è altamente importante che il campione di prova sia sufficientemente lungo: i cuscinetti in gomma posteriore e anteriore del telaio di guida devono poggiare sul campione stampato per evitare lo spostamento del campione stampato durante il test di abrasione.

Generalmente si utilizza come elemento di contrasto un campione di carta non stampata ricavato dallo stesso fiocco da testare. Occorre prestare attenzione alla scelta del lato corretto della carta: solitamente è il lato stampato, ma può capitare che si dia preferenza al retro della carta, ad esempio se si vogliono testare le caratteristiche di abrasione nel punto metallico.

Nel caso in cui non sia possibile ritagliare un pezzo di carta non stampata sufficientemente grande, il test dovrebbe essere eseguito utilizzando una carta simile. In alternativa può essere interessante il risultato dell’attrito tra due lati stampati. Pertanto è importante che il materiale applicato come elemento di contro attrito sia sempre specificato con esattezza.

Il campione di contro attrito ritagliato deve essere sempre di almeno 5,2 cm x 10 cm. È particolarmente importante che la larghezza non sia inferiore a 5,2 cm; altrimenti c’è il rischio che il rivestimento in gommapiuma del timbro di attrito venga portato con sé.

Ugra Abrasion Test: esecuzione

Prima di tutto il campione di prova stampato viene posizionato sulla lastra di plexiglas. Non è necessario fissare la carta stampata, poiché i cuscinetti in gomma posteriore e anteriore del telaio metallico di guida fisseranno il campione sulla base. Quindi la carta di contrasto (elemento di attrito) viene posizionata, con il lato di prova rivolto verso il basso, sul campione stampato. Infine si posiziona il tester di abrasione sul provino in modo da assicurarsi che il tampone di attrito copra esattamente la carta del controprovino. Il contatore viene regolato sulla posizione zero ruotando il pulsante del contatore. Per l’effettivo processo di test, la mano sinistra tiene il telaio guida del dispositivo, premendolo contro la piastra frontale (lato opposto) mentre la mano destra afferra le due maniglie grigie sul lato della slitta di abrasione e lo sposta agevolmente da un’estremità all’altro.

La durata della frizione è consigliata a 20 colpi (andata e ritorno). Questo numero standard di movimenti deve essere coerente per ogni test, indipendentemente dalla resistenza all’abrasione della stampa di prova. Assicura il confronto dei risultati con test effettuati in precedenza o valutazioni fatte da altri utenti del dispositivo. Questo numero di 20 colpi è stato determinato per ottenere risultati simili alla scala applicata con tester di abrasione di altri produttori. Per ottenere risultati simili con altri produttori, è necessario mantenere i seguenti valori relativi alla pressione e alla durata dell’attrito.

Ugra Abrasion Test: valutazione

Il risultato del test di abrasione deve essere giudicato visivamente, il più interessante è spesso il trasferimento del colore al campione di controprova. Indipendentemente dal fatto che sia qualificato solo il provino o anche il campione di contro attrito, il risultato del test di abrasione dovrebbe essere un’unica qualifica basata su una scala a tre stadi. Tuttavia, se è possibile effettuare un confronto tra il campione di prova e un campione di riferimento, deve essere applicata una scala diversa.

In questo caso il campione di prova, rispetto al campione di riferimento è:

  • Migliore;
  • Uguale
  • Peggiore

Nel caso in cui non sia disponibile un campione di riferimento, il risultato del test è qualificato secondo la seguente scala:

  • Buono;
  • Sufficiente;
  • Cattivo

Inoltre ogni valutazione della resistenza all’abrasione dovrebbe essere accompagnata dalle seguenti specifiche:

  • Dispositivo di abrasione utilizzato;
  • Descrizione della stampa esaminata;
  • Descrizione specifica del campione testato (es. tono pieno, testo, autotype, ecc.);
  • Specifica del campione di contro attrito (ad es. tipo di carta, quale lato della carta, ecc.);
  • Numero di campioni analizzati;
  • Durata dell’attrito (numero o durata dei colpi);
  • Condizioni di prova climatica.
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Ecco 10 curiosità sulla carta

Tutti noi, nella quotidianità, abbiamo a che fare con la carta: che si tratti di fogli per appunti, di libri, di riviste, di opuscoli informativi o di altro ancora siamo circondati da pagine di ogni genere e tipo.

Quanto sappiamo, però, di questo particolare supporto? Probabilmente poco o niente. Sei pronto per saperne di più? Bene, allora non ci resta che augurarti buona lettura.

  • Chi ha inventato la carta?

La carta è stata inventata nel lontano 105 d. C. in Cina da un funzionario dell’Impero, Ts’ai Lun. Per comporre questo nuovo materiale si servì di stracci uniti in un intreccio alla corteccia degli alberi e reti da pesca. L’Imperatore ne fu entusiasta perché era un materiale leggero, economico e resistente.

  • Quanto legno viene utilizzato per la carta?

Per realizzare la carta si utilizza l’11% del legno che si produce nel mondo, mentre il resto del legno viene utilizzato per creare energia e in segheria. Gli alberi più utilizzati sono i pioppi, perché crescono in fretta e costano poco; una volta tagliati vengono portati in fabbrica, scortecciati e tagliati a rondelle.

  • Qual è la carta ideale per un aeroplanino?

Il peso della carta deve essere medio, come il foglio A4 che si usa con le stampanti. La forma dell’ala, chiamata al singolare dato che è l’insieme delle due semi-ali, deve essere molto ampia se si vuole generare la spinta necessaria per far volare l’aereo; oppure stretta e allungata se si vuole far leva sulla velocità.

  • Quante volte si può piegare un foglio?

Sfatiamo il mito del foglio che si può piegare massimo 7 volte perché gli studenti di Southborough hanno raggiunto, grazie a vari calcoli, 13 pieghe… quasi il doppio! La prova è stata realizzata al Massachusetts Institute of Technology e, astutamente, gli studenti hanno utilizzato per la prova un rotolo di carta igienica molto sottile, lunga 8,5 km.

  • Quanti tipi di carta esistono?

La carta viene classificata in base alle caratteristiche che possiede e per cosa viene utilizzata, si suddivide in: carta igienica, carta alimentare, carta anti-fiamma, carta grafica e carta termica.

  • Perché taglia?

La carta taglia perché i fogli sono molto sottili e dunque affilati. Quando ci tagliamo con la carta danneggiamo solo una piccola parte della pelle ma, essendo molto superficiale, il nostro corpo non fa in tempo a stimolare i meccanismi di difesa, come il sanguinamento, quindi la cute resta aperta fino a quando non si rimarginerà.

  • A che temperatura brucia la carta?

La temperatura alla quale la carta brucia spontaneamente trova riferimento nel libro scritto da Ray Bradbury nel 1953, intitolato Fahrenheit 451, il cui titolo corrisponde proprio ai gradi secondo i quali la carta brucia spontaneamente. I 451 gradi Fahrenheit corrispondono a 232,5 gradi centigradi; alcuni tipi di carta, però, bruciano a temperature differenti, come i fogli di giornale a 180 gradi centigradi e le carte più spesse e calandrate che raggiungono i 300 gradi centigradi.

  • Quante volte può essere riciclata?

La carta è il materiale più riciclato in Europa: 2.000 kg vengono riciclati ogni secondo. Ma attenzione: può essere riciclata al massimo 7 volte perché le fibre mano a mano si deteriorano.

  • Materie prime alternative

Prima dell’avvento del legno come materia prima per produrre la carta, venivano utilizzate fibre di gelso, lino, stracci di cotone e canapa. In Thailandia l’azienda Elephant Dung ha recentemente sperimentato un altro materiale, ovvero le deiezioni degli elefanti, per le sue proprietà, come la ricchezza di fibre vegetali.

  • Carta e creatività

La quantità di cose che si possono fare con la carta è impressionante. Basta un po’ di fantasia per creare vestiti dell’alta moda parigina, come Isabelle de Borchgrave o come Sena Runa, che grazie alla tecnica del “paper quilling”, ha finalmente trovato il lavoro che fa per lei; questa tecnica consiste nell’arrotolare, modellare e incollare strisce di carta per comporre disegni decorativi.

 

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Settore cartario: scopri gli strumenti utilizzati

L’industria cartaria è nello specifico il settore manifatturiero formato dalle cartiere, la cui funzione è produrre carta e cartone, ma anche semilavorati e supporti per la stampa e l’imballaggio.

Il settore della carta si distingue sia dall’industria della cellulosa e della pasta legno che fornisce la materia prima per la lavorazione della carta, sia dall’industria cartotecnica e dell’imballaggio che invece utilizzano i semilavorati delle cartiere.

All’industria della carta, di solito, è attribuita la produzione di un’unica tipologia di prodotto, ma può anche produrre prodotti cartari differenti ed innovativi. A seconda dell’uso cui è destinato il prodotto finale, distinguiamo le seguenti attività produttive:

  • carta igienico sanitaria;
  • carta e cartone per l’imballaggio;
  • carte grafiche;
  • carte tecniche industriali (carta abrasiva, carta per avvolgimenti elettrici, carta per laminati plastici, eccetera).

La carta e il suo processo produttivo

Il processo produttivo della carta è suddiviso nelle seguenti fasi:

  • preparazione dell’impasto: la cellulosa e la carta riciclata vengono spappolate in apposite tine ed unite ad altre materie prime. Dalle tine di mescola, l’impasto viene quindi mandato alla macchina continua;
  • fabbricazione del foglio: grazie ad un processo senza interruzioni, la macchina continua feltra l’impasto asciugandolo e formando un foglio umido. Il risultato viene poi fatto seccare, lisciato e arrotolato su una bobina;
  • allestimento: riguarda tutte quelle operazioni effettuate sul nastro carta, che lo trasformano in prodotto finito (riavvolgimento, taglio, imballaggio, eccetera).

In alcune cartiere, specialmente quelle che producono carta per settore grafico, avvengono delle lavorazioni del foglio dopo che esso è stato prodotto dalla macchina continua. Esse sono solitamente:

  • patinatura: applicazione di una patina, composta da una miscela di pigmenti in sospensione acquosa, su ogni faccia del foglio per esaltare e migliorare la qualità del bianco, lisciare la superficie e renderla più ricettiva all’assorbimento dell’inchiostro esaltandone la resa cromatica in fase di stampa;
  • calandratura: le calandre sono dei rulli orizzontali che fanno parte della macchina continua e vengono utilizzate per conferire alla carta una finitura molto liscia e lucida, satinata;
  • marcatura: processo per il quale i fogli vengono marcati per renderne più facile il conteggio con la tolleranza di un foglio in più o in meno
  • taglio: è l’operazione dalla quale si può ottenere una bobina di carta di una dimensione particolare, oppure i classici fogli.

Nel nostro Paese ci sono circa 200 stabilimenti che producono oltre 11 milioni di tonnellate di carta ogni anno. Difatti, il nostro territorio trova posizione tra i primi 4 paesi europei.

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La storia della carta

“C’era una volta, quasi 2000 anni fa…”. Potrebbe iniziare esattamente così la storia della carta, che è antica quasi come il mondo!

La storia della carta infatti, è iniziata nel 105 d.C. in Cina, quando l’eunuco Ts’ai presenta all’Imperatore la sua nuova invenzione. Infatti, prima di questa scoperta, i documenti venivano scritti su bambù o su seta, due materiali che risultavano essere poco idonei per il loro peso o per il costo elevato. Per cui, scoperta la tecnologia per fabbricare la carta partendo dalla corteccia, si capì subito l’importanza e il valore che aveva e la Cina mantenne a lungo il segreto.

Affinché la carta esca dalla Cina e raggiunga Samarcanda, bisogna attendere fino al 750 d.C., periodo in cui il governatore del Califfato di Bagdad cattura due fabbricanti di carta cinesi per rubare i segreti della produzione di questo materiale ancora sconosciuto.

Fu da allora, che la storia della carta ha altre date fondamentali che ne segnano le tappe di sviluppo.

Proprio in Italia, fu la Sicilia la prima regione ad ospitare un impianto di produzione della carta, sotto il dominio islamico. Nel 1200 l’industria cartaria si diffonde in tutto il mondo mediorientale e anche l’Italia vede nascere le cartiere di Amalfi e Fabriano e, secolo dopo secolo, molti paesi europei ebbero i loro impianti per la produzione della carta: la Francia, l’Inghilterra e poi l’Olanda furono i paesi che più degli altri diedero il loro contributo alle tecniche di produzione e, in particolare, di sbiancamento della carta che, grazie all’invenzione della tipografia mobile, divenne un bene sempre più richiesto per la stampa dei libri.

Nel 1600 però, l’industria subisce una dura battuta d’arresto a causa della peste: la carta era infatti prodotta partendo dagli stracci ma, per fermare il contagio, venivano fatti bruciare, eliminando così, di fatto, la materia prima per la produzione di questo materiale. Sarà l’Olanda, nel 1800, a dare il via alla produzione della cellulosa dal legno, dopo che i tentativi con l’ortica, la felce, il luppolo e il mais diedero pochi risultati. E, nel 1880, fu inventato un procedimento che permetteva di ottenere anche una carta molto robusta: la carta Kraft, una vera rivoluzione per il mondo dell’imballaggio. Grazie alla pasta di legno, la produzione della carta diventò di massa, con la conseguente caduta di prezzo che la trasformò da prodotto di lusso a prodotto di largo consumo.